Baci per dirsi ciao, addio, arrivederci.
Baci da amanti, da amici, da parenti, da serpenti, da conoscenti.
Baci di dama, che le nocciole e il cioccolato sono come il tubino nero: vanno sempre bene.
Baci a chi parte, a chi arriva, a chi torna, che si accompagnano sempre agli abbracci, perché quando ci sono distanze che aumentano o che si annullano, allora il bacio da sé non basta. Te lo devi proprio stringere un po’ chi hai di fronte.
Baci non dati, che son peggio di quelli sbagliati.
Baci in mezzo alla sommossa come a Vancouver, durante gli scontri con i tifosi dell’hockey.
Baci provocatori: davanti ai poliziotti, davanti alle ex, davanti ai bigotti.
Baci soffiati al vento, dalla finestra, di nascosto.
Baci ai nasi arrossati, ai ginocchi sbucciati, ai capelli profumati, ai colletti disordinati.
Baci sulle guance che non si capisce mai se bisogna darne 2 o 3 a seconda del paese o dell’età.
Baci che insieme ai saluti arrivano puntuali dalla casalinga di Voghera.
Baci rock come quelli di Celentano, baci senza memoria come quelli di Conte, baci che sigillano come quelli di Battiato.
Baci di Giuda. Baci di circostanza e baci di sudditanza.
Baci d’artista: nei quadri, nelle sculture, nelle poesie.
Baci da gran finale o da buon inizio.
Baci scattati. Da: Doisneau, Eisenstaedt, Cartier Bresson, Weegee, Berengo Gardin, Erwitt, Mapplethorpe, Leibovitz.
Baci, plurale di bacio: l’origine della parola non è certa, come a volte non lo è l’origine del gesto.
Baci come oggi i volontari del battaglione Azov della Guardia Nazionale Ucraina spediti a combattere contro i separatisti pro-Russia.
Baci della buonanotte che sono quelli di chi si preoccupa dei tuoi sonni ma soprattutto dei tuoi sogni.

Baci che è ora di andare, chiudere questo post
e lasciarvi provare

 

Foto in alto:
La partenza dei volontari del battaglione Azov.
Foto in basso da sinistra:
Richard Lam; Vancouver Riot Kiss.
Anna-Lou (Annie) Leibovitz; John Lennon abbraccia Yoko Ono, 7 dicembre 1980.